mercoledì 10 gennaio 2007
CACCO REGOLARMENTE
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giovedì 4 gennaio 2007
PETTINATE INGLESI
Già alla partenza mi sono reso conto che ben presto a Londra sarei stato costretto ad andare a vivere sotto London Bridge…75 euro di integrazione del biglietto per eccesso peso per il bagaglio di stiva non sono pochi.
Per non parlate poi dell’abbonamento mensile che ho subito fatto una volta arrivato a Victoria Station…89 pound e qualche spicciolo per zona 1 e 2 (che per quanto mi sono mosso in questi tre giorni londinesi posso dire di aver già ammortizzato…oggi ad esempio piove, ed ho preso la metro anche per una sola fermata).
Cercherò ora però di essere un po’ più dettagliato.
Il primo giorno, la giornata era, metererologicamente parlando, proprio fantastica. In aereo ho pure visto Parigi dall’alto e le bianche costiere di Dover. Poi si sa il mondo è piccolo ed infatti in aereo ho trovato una amica di una mia amica. Poveretta…lei oramai vive a londra da 5 anni, ed io l’ho bersagliata di domande…un modo come un altro per sfogarsi e far passare la tensione da partenza.
Viaggio in pratica tutto a posto, l’unica difficoltà era il valigione da 32 kili in quanto gli inglesi hanno fatto un le metro un po’ da culo e gli ascensori in pratica non si trovano mai.
La mia prima destinazione è stata Holborn, o meglio Holbòrn, con l’accento sull’ultima vocale, rispettando la pronuncia della signora Maria, una graziosa quanto pittoresca vecchietta italiana, emigrata in Inghilterra il 27 gennaio 1956.
Maria aveva i genitori contadini ed abitava nella provincia di Benevento. Un giorno, stanca di coltivare la terra, decise di lasciare la nostra patria per fare la badante in un ospizio londinese. La paga era di tre sterline alla settimana, ma aveva vitto alloggio e taxi gratis. Poi un po’ alla volta si è sistemata, facendo molta fatica poiché lei è analfabeta ed un giorno ha pure ricevuto in usufrutto dall’ultima signora che lei ha assistito, l’appartamento dove ora vive.
Non è una reggia, tutt’altro, ma visti gli standard medi delle case londinesi, è più che accettabile e dignitosa. Per di più in questa casa nel 1600 è morto una vescovo, e questa sacralità si vede e si nota in tutte le reliquie, santini, crocifissi e statuine sparsi per le varie stanze. La cucina inoltre è addobbata con una cinquantina di biglietti di auguri che ha ricevuto da vecchi ospiti e da gigantesche stelle di natale dorate e rosse.
In questi giorni la signora sta ospitando altri due ragazzi. Uno di questi è qui da diversi mesi ed ha deciso di vivere qui (!!!) perché gli alloggi a Londra sono troppo cari. L’altro invece è in vacanza per qualche giorno e secondo me è un frocio passivo. Ad ogni modo bene così, non sono solo, non che abbia problemi a tal riguardo è solo che non si capisce assolutamente nulla di quello che dice la signora Maria. La sua parlata è un miscuglio di parole stile Massimo Troisi ed italoinglese.
Ad esempio: “treno” può essere inteso come “training” o come mezzo di trasporto (metropolitano); “frostare” significa congelare; “finanza” significa solo ed esclusivamente “polizia” (in pratica la signora Maria ha capito che la mia morosa insegna alla scuola di polizia…).
Venerdì ho avuto i primi contatti con l’agenzia immobiliare e lì sono iniziati i primi dolori. Ho camminato da una parte all’altra della zona in cui avevo prenotato la stanza via telefono per capire un po’ dove si trovasse e non ne ero per niente soddisfatto. Per di più, una volta arrivato all’agenzia, le simpatiche signorine inglesi gentilmente mi dicevano che non erano in grado di individuare con esattezza il numero della camera prenotata perché la troia dell’agente con cui avevo parlato in dicembre era in vacanza in Francia e non era raggiungibile. Dopo tre ore di dialoghi ed altre amenità, decisi di mandare quella stanza a quel paese per prenderla un’altra che costa in pratica quasi il doppio…in pratica una salassata mostruosa, ma vi assicuro che è una stanza proprio bella, luminosa con tre finestre enormi da soffitto a pavimento, con un grande letto matrimoniale e per di più con cesso e vasca personale. In pratica è come avere un piccolo mini appartamento, rimane solo da dividere la cucina con altre sei persone. Sono inoltre più vicino alla metro (Swiss Cottage), al centro sportivo, al cinema e al centro commerciale. In pratica, è in un’ottima posizione.
Domenica faccio il trasloco definitivo e lunedì si inizia a lavurà!
Piccole considerazioni sugli inglesi. Innanzi tutto non hanno un minimo senso estetico non tanto sul modo di vestirsi quanto piuttosto sul concetto di abitabilità di una casa. Eppur con il tempo un po’ del cacchio che hanno dovrebbero un po’ farci più attenzione.
Altra considerazione…qui con le rete wireless sono proprio avanti…basta mettersi per strada e se ne trovano di libere a gogo, perché magari il vicino non le ha criptate. In pratica…all’estero sono libere, e noi in Italia le paghiamo-
Ultima piccolissima considerazione: odio gli italiani che sono a Londra ormai da qualche anno e che parlano la nostra lingua usando termini inglesi…ma andate a cagare!!! Io spero di non diventare così.
Per non parlate poi dell’abbonamento mensile che ho subito fatto una volta arrivato a Victoria Station…89 pound e qualche spicciolo per zona 1 e 2 (che per quanto mi sono mosso in questi tre giorni londinesi posso dire di aver già ammortizzato…oggi ad esempio piove, ed ho preso la metro anche per una sola fermata).
Cercherò ora però di essere un po’ più dettagliato.
Il primo giorno, la giornata era, metererologicamente parlando, proprio fantastica. In aereo ho pure visto Parigi dall’alto e le bianche costiere di Dover. Poi si sa il mondo è piccolo ed infatti in aereo ho trovato una amica di una mia amica. Poveretta…lei oramai vive a londra da 5 anni, ed io l’ho bersagliata di domande…un modo come un altro per sfogarsi e far passare la tensione da partenza.
Viaggio in pratica tutto a posto, l’unica difficoltà era il valigione da 32 kili in quanto gli inglesi hanno fatto un le metro un po’ da culo e gli ascensori in pratica non si trovano mai.
La mia prima destinazione è stata Holborn, o meglio Holbòrn, con l’accento sull’ultima vocale, rispettando la pronuncia della signora Maria, una graziosa quanto pittoresca vecchietta italiana, emigrata in Inghilterra il 27 gennaio 1956.
Maria aveva i genitori contadini ed abitava nella provincia di Benevento. Un giorno, stanca di coltivare la terra, decise di lasciare la nostra patria per fare la badante in un ospizio londinese. La paga era di tre sterline alla settimana, ma aveva vitto alloggio e taxi gratis. Poi un po’ alla volta si è sistemata, facendo molta fatica poiché lei è analfabeta ed un giorno ha pure ricevuto in usufrutto dall’ultima signora che lei ha assistito, l’appartamento dove ora vive.
Non è una reggia, tutt’altro, ma visti gli standard medi delle case londinesi, è più che accettabile e dignitosa. Per di più in questa casa nel 1600 è morto una vescovo, e questa sacralità si vede e si nota in tutte le reliquie, santini, crocifissi e statuine sparsi per le varie stanze. La cucina inoltre è addobbata con una cinquantina di biglietti di auguri che ha ricevuto da vecchi ospiti e da gigantesche stelle di natale dorate e rosse.
In questi giorni la signora sta ospitando altri due ragazzi. Uno di questi è qui da diversi mesi ed ha deciso di vivere qui (!!!) perché gli alloggi a Londra sono troppo cari. L’altro invece è in vacanza per qualche giorno e secondo me è un frocio passivo. Ad ogni modo bene così, non sono solo, non che abbia problemi a tal riguardo è solo che non si capisce assolutamente nulla di quello che dice la signora Maria. La sua parlata è un miscuglio di parole stile Massimo Troisi ed italoinglese.
Ad esempio: “treno” può essere inteso come “training” o come mezzo di trasporto (metropolitano); “frostare” significa congelare; “finanza” significa solo ed esclusivamente “polizia” (in pratica la signora Maria ha capito che la mia morosa insegna alla scuola di polizia…).
Venerdì ho avuto i primi contatti con l’agenzia immobiliare e lì sono iniziati i primi dolori. Ho camminato da una parte all’altra della zona in cui avevo prenotato la stanza via telefono per capire un po’ dove si trovasse e non ne ero per niente soddisfatto. Per di più, una volta arrivato all’agenzia, le simpatiche signorine inglesi gentilmente mi dicevano che non erano in grado di individuare con esattezza il numero della camera prenotata perché la troia dell’agente con cui avevo parlato in dicembre era in vacanza in Francia e non era raggiungibile. Dopo tre ore di dialoghi ed altre amenità, decisi di mandare quella stanza a quel paese per prenderla un’altra che costa in pratica quasi il doppio…in pratica una salassata mostruosa, ma vi assicuro che è una stanza proprio bella, luminosa con tre finestre enormi da soffitto a pavimento, con un grande letto matrimoniale e per di più con cesso e vasca personale. In pratica è come avere un piccolo mini appartamento, rimane solo da dividere la cucina con altre sei persone. Sono inoltre più vicino alla metro (Swiss Cottage), al centro sportivo, al cinema e al centro commerciale. In pratica, è in un’ottima posizione.
Domenica faccio il trasloco definitivo e lunedì si inizia a lavurà!
Piccole considerazioni sugli inglesi. Innanzi tutto non hanno un minimo senso estetico non tanto sul modo di vestirsi quanto piuttosto sul concetto di abitabilità di una casa. Eppur con il tempo un po’ del cacchio che hanno dovrebbero un po’ farci più attenzione.
Altra considerazione…qui con le rete wireless sono proprio avanti…basta mettersi per strada e se ne trovano di libere a gogo, perché magari il vicino non le ha criptate. In pratica…all’estero sono libere, e noi in Italia le paghiamo-
Ultima piccolissima considerazione: odio gli italiani che sono a Londra ormai da qualche anno e che parlano la nostra lingua usando termini inglesi…ma andate a cagare!!! Io spero di non diventare così.
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lunedì 1 gennaio 2007
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