lunedì 10 gennaio 2011

bian(?)coniglio

Ogni giorno abbiamo momenti di distacco e di perfetta lucidità. A volte si è capaci di coglierli, altre volte meno. Un argomento classico.

Questa mattina stanco e già affogato nell’intestino di questa città cercavo di organizzare un pò di idee, di prendere decisioni cercando di essere un minimo razionale. Incastravo pensieri, sensazioni, progetti... In pratica, giocavo a Tetris con la mia vita.

Osservavo disinteressato il tempo mancante al prossimo treno (un minuto) quando, un leprotto brizzolato in fuga, in abito scuro e 24ore, mi sfiorava. Senza nemmeno voltarsi (un altro classico). Il leprotto era in realtà un collega che correva a scatti per raggiungere l’estremità opposta della pensilina. Balzava tra altri passeggeri lungo il binario e scattava in avanti appena trovava spazio libero davanti a sé. Faceva così varie volte, a tratti. Op op op baricentro basso per maggior grip, attrnzione a dove mettere i piedi, sguardo già proteso verso il prossimo passo.

Ogni "commuter" utilizza diversi espedienti per sopravvivere a questo marasma quotidiano e quindi massimo rispetto a chi ce li ha. In questo caso correre all’estremità opposta significava una possibilità maggiore di trovare un posto a sedere o quanto meno evitare l’effetto sardina (che non si può comprendere se non si è mai provata la sensazione di sentire il battito cardiaco del passeggero a cui si è schiacciati).

Game over.

E ancor peggio, mattinata rovinata. In testa ormai solo una domanda, un timore. Ma sarò pure io così tra qualche anno? Credo che nessun altro pensiero mi abbia angosciato durante questo inizio anno.