giovedì 24 giugno 2010

Insonnia Estiva

summer insomnia
summer insomnia,
originally uploaded by al_rave.
uhm...quelle notti di estate...dimenticate...calde...in cui tutto sembra fermo....quando sento solo il corpo sudare...una città dorme mentre sto statico a fissare quelle poche cose che si muovono...magari le stelle...la luna...l'inceso che sale...quelle notti in cui a muoversi sono solo gli insetti vicino a te, o una coccinella che ho trovato per caso in bagno...piccole bestiole che è disturbata solo dalla poca luce e che intravedo con la coda dell'occhio...l'acqua nel bicchiere è fresca e la musica scorre con il tempo che passa...tic...tac...domani si lavora, ma non importa. è una insonnia estiva, come quelle di una volta, come quelle padovane, umide e attanagliate dal caldo... e tu chissà dove sei.

lunedì 21 giugno 2010

Smart Sh!T

Questa mattina (lunedì mattina) diciamo ore 7 e qualche cosa (beh per me è mattina presto!!!!), guidavo una Smart grigio topo (ehehehehe) direzione Vauxhall Bridge. Avevo appena lasciato Victoria Station e qualche sentimento si trascinava ancora dentro di me. Tuttavia non c’era molto spazio per facili commozioni in quanto Ring Road è una trappola mortale per lo sfortunato automobilista che si vede paventato ovunque il pericolo “congestion charge” (carta imprevisto numero uno: se passate per la congestion area pagate 8 gbp). Quindi guidavo, in automatico e a radio spenta (niente Capital Breakfast Show con Johnny e Lisa), concentrato e senza “navi” (mappe troppo vecchie che non avevano ancora appreso i nuovi divieti), a 30 miglia orari regolari, tenendo sempre la coda dell’occhio sui pazzi van bianchi di idrauilici e piastrellisti nonché sui tassisti pronti a rivendicare sempre il proprio territorio, la propria strada del cazzo (road rage delights). Però...però...però l’attenzione non basta mai!
All’improvviso il van blu di Pimlico Plumber davanti a me ha cambiato corsia in maniera repentina (avrei potuto suonare il clackson, sarebbe stato un mio diritto che avrei esercitato con il compiacimento di chi mi seguiva) per evitare quello che si ergeva oramai solo davanti a me (carta imprevisto numero 2): una  maestosa e ripugnante montagna di sterco (comunemente chiamata "merda") di cavallo che Dio solo sa da dove era venuta fuori (beh non è difficile immaginare eh!). Distanza di sicurezza tra me e la...ehm... merda (oui, je parle français) non ce n’era, non avevo voglia nemmeno di finire fotografato da una delle innumerevoli “traffic enforcement camera” e quindi...splash!!!

In fin dei conti fin da piccolo mi sono sempre sognato così, “una pianura sterminata e deserta, centocinquanta figli di puttana scatenati a cavallo da una parte e dall'altra parte io, solo”. Peccato che il Mucchio Selvaggio era già andato via...e non erano in 150...ma 26...26 cavalli che devono aver preso freddo alla mattina, che da bravi cavalli della fanteria di sua Maestà e con vero spirito da camerata, avevano deciso di farla tutti assieme. Mi immagino già l’ordine loro impartito...

Ps: ieri sera le CCTV di Salisbury sono andate in delirio quando hanno visto una Smart grigio topo (ehehehehe) sfrecciare contromano per le vie del centro. Carta imprevisto numero 3: Andate in prigione direttamente e senza passare dal via?

mercoledì 2 giugno 2010

STN - TSF

Trofeo Abarth 500 GB
Ogni volta che Joel Duloz, Mr. Duloz, era costretto a volare per lavoro, la notte non era mai abbastanza per dormire. L'angoscia di non sentire la sveglia, la mancanza di sonno, la gentilezza dell'autista che alle 3 della mattina è solo impertinente, l'incombere di meeting patetici con uomini di affari che in un mese guadagnano quanto lui in un anno, gli hanno sempre messo uno stato di malumore "irrequieto". E ciò non era bene. Ogni volta che l'aereo era in fase di decollo, proprio quando la potenza sprigionata dai motori era la massima, quando la tensione era a mille perche' un minimo errore poteva causare un disastro, Mr. Duloz chiudeva gli occhi e pensava, anzi sperava, che quello fosse il suo ultimo viaggio. Pensava che se proprio doveva morire in aereo, sperava che questo avvenisse in fase di decollo. O in fase di atterraggio. Tuttavia Mr. Duloz non aveva paura delle turbolenze. Mr. Duloz le affrontava sempre con molta filosofia. A Mr. Duloz non piaceva l'idea di morire in volo. Pensava che il precipitare fosse solo per le persone coraggiose.