venerdì 16 luglio 2010

What Condition MY_Condition was in

Mi sono svegliato questa mattina con il sole dell'alba che entrava attraverso la finestra colorata per baciarmi il viso. Come quando, in un pomeriggio di una calda estate, la vallata tra le colline per un secondo tace per il giungere del vento fresco della pioggia, così, questa mattina, il calore dei raggi del sole si sono posati su di me. Il fascino della natura spesso si scontra con il dramma dell'esistenza e di come quello ci viene gratuitamente offerto viene goduto da un corpo fisico che, in questo caso, ha solo voglia di dormire.

Alzandomi dal letto con movenze molte simili a un pesce agonizzante sull'arenile ho iniziato quindi la ricerca della mia "spleeping mask". Una volta ritornato nel blu profondo dei miei cuscini, ho pensato per un istante, giusto il tempo di sistemare i tappi nelle orecchie, a tutte quelle persone emozionate in fase di atterraggio che mi stavano volando sopra la testa (urlo, siamo circondati!) Immaginavo che alcune di queste le avrei incontrate in metro e...full stop. Ronf.

La Piccadilly ogni mattina ingurgita una massa variegata di persone, lavoratori, studenti, turisti, viaggiatori. Etnie e culture diverse che vengo fagocitate verso una sola direzione. La City.

Se sono puntuale, solitamente arrivo a Earls Court verso le verso le 8.35/40, Quasi due ore dopo l'atterraggio a Heathrow del BA142 (che senza tappi mi avrebbe svegliato nel momento del "cabin crew, 10 minutes to landing") proventiente da Indira Gandhi International Airport. A quest'ora quando salgo sulla Piccadilly vengo avvolto da un forte profumo di spezie, erbe e aromi (e a volte anche di odori) che ricordano paesi lontani, colori e contrasti forti, cibi come il Murgh Makhani del Punjab o il Murgh Tikka Pakistano, adagiati su foglie di banano con Sandesh e The. Questa magia, in una metro paragonabile ad un treno indiano con carrozze di classe UR (unreserved), mi accompagna, nel pellegrinaggio a Ovest (penso, vivo forse in una nuova Varanasi?), in mezzo a valigie mezze rotte (chiuse per miracolo da spaghi di vecchia memoria), barbe e capelli perfettamente lucenti e personaggi dai visi stanchi.

FYI: basta essere un attimo in ritardo, anche di dieci minuti e l'atmosfera cambia totalmente. Alle 07.10 arriva infatti il BA0174 da John F. Kennedy International Airport e la metro diventa popolata da gente "trasparente", "inodore", "asettica" la cui profondità viene data solo da una "r" rumorosamente ridondante (aiuto, scappiamo!).

mercoledì 14 luglio 2010

(Scheletri) in armadio (dell'ufficio)

  • 1 paio di ciabatte per la piscina (Mares)
  • 1 cuffia e occhialetti da nuoto (Arena)
  • 1 costume da bagno (marca non pervenuta ma trasparenti sulla sfesa)
  • 1 lucchetto
  • 4 lunch box
  • 1 confezione di Taralli mignon (Ricciardi) al peperoncino (da Natale 2009)
  • 1 Camicia (Canali) piegata
  • 1 Completo di Tambara
  • 1 Cravatta (Barba, regalo di Sunny)
  • 1 paio di scarpe di cuoio nero
  • 1 confezione di crema Nivea Visage
  • 1 spazzolino OralB
  • 1 tubetto di dentifricio Mentadent Rosa
  • 3 scatole di Konrflakes (varie marche e tipologie)
  • 1 rasoio Gillet 5 lame
  • 1 tubetto di Gel da Barba Gillet
  • 1 tubetto Gel per capelli Fructis
  • 1 calzino di spugna Umbro (l’altro non pervenuto...)
  • 1 bomboniera
  • 3 sacchettini di confetti
  • 1 scorta di pastiglie al Betacarotene
  • 1 scorta Capsule di Panaceo
  • 1 articolo di giornale con foto di Sunny
  • 1 paio di calzini di filo di scozia.
 Totale: un casino.

martedì 13 luglio 2010

Non mi avrete mai.

I pranzi di lavoro non mi piacciono ma a volte sono necessari. A volte possono essere gradevoli, dipende dal cliente e da come si è capaci a "incanalare" i discorsi. Ovviamente bisogna essere molto “open minded”, avere una conoscenza del mondo molto ampia, avere l’umore giusto (evitare quindi di ascoltare "O’Capitone"!) e essere intelligentemente ironici. Mica facile dunque!

Piccolo e breve elenco di ristoranti "business" visitati a Mayfair:
  • Hibiscus: fenomenale ristorante dove il cibo viene quasi violentato. Cucina quindi molto moderna che può anche non piacere.
  • Alloro: deludente ristorante italiano, ma d’altronde quando dietro ci sta un gruppo finanziario non ci si può aspettare granché. (Nota: ci scommetto un testicolo che anche dietro agli altri ristoranti ci sono dietro delle holding finanziarie, ma almeno non lo pubblicizzano sul tavolo! In più:
  1. la cameriera non può urlare al telefono "sei una testa di minchia, stronzo sei tu che mi devi i soldi" (allucinante...);
  2. certe inglesi che si toccano i piedi e si sistemano la suoletta interna delle scarpe a tavola devono essere "semplicemente fucilate" (citazione).
  • Francos: uhm...dire che odio i suoi fottutissimi fumatori di sigari può bastare? Non credo, un giorno racconterò...
  • Rowley’s: storico ristorante inglese, ottimo pesce ma da quando ha messo i vouchers 50% di sconto tra le 17.30 e 19.00, mi è caduto un po' in disgrazia.
  • Dolada (ex Mosaico): a volte abbondano di olio ma cucina molto gradevole.
  • Nobu: semplicemente...overrated, moooooooooolto meglio, anche se totalmente diverso, Dover Street Market.
  • Gaucho: una catena che si sa far rispettare, anche nel prezzo.
In ogni caso, forse solo da Hibicus si esce veramente soddisfatti, perché oltre al cibo, c'è l'esperienza. Da andarci quindi una volta sola nella vita, non di più. Il resto è un po' "acquetta". Del resto, piove spesso.

venerdì 9 luglio 2010

Bavette (solitarie) alle vongole


Ingredienti per una persona:
  • (un po' meno di) un etto di bavette Giuseppe Cocco;
  • 80gr di vongole già cotte (questo passa il convento…);
  • 2 spicchi di aglio;
  • Olio extra vergine di oliva;
  • Prezzemolo, possibilmente fresco.



Dando per scontato che sappiate cucinare un piatto di bavette al dente, mentre l’acqua bolle, rischiacquate bene le vongole e fatele saltare a fuoco medio su un tegamino con olio e due spicchi di aglio. Fate attenzione che l’aglio non si bruci. Quando l’aglio inizia a rosolarsi, aggiungete un cucchiaio di vino bianco, spegnete il fuoco e aggiungete il prezzemolo.

Scolate le bavette e fatele saltare per qualche minuto con le vongole che avete nel frattempo preparato. Servite il tutto su un piatto, possibilmente quadrato. Accompagnate il vostro piatto con un Sauvignon Blanc Vallée de la Loire e servitelo al tavolo con in sottofondo “parlami di amore Mariù” cantata da Tino Rossi, ma banzando come Vittorio de Sica e Lia Franca in “Gli Uomini che mascalzoni...”.

lunedì 5 luglio 2010

PRICELESS!!!

Shaving (in the office) and run out of the building due to a fire alarm? PRICELESS!!!


Waiting for your wife for 50 min. in an empty airport because she is still having a dinner with friends? PRICELESS!!!


Studying commercial law during your daily commuting and find some BOOBS? PRICELESS!!!

giovedì 1 luglio 2010

A Single Man.

Mio padre non ha mai sopportato che ascoltassi la musica com il walkman perché diceva che mi estraniava dal mondo. E il mondo, diceva, va affrontato, non evitato. 
Il primo walkman è stato un Philips vinto con i corsi di lingua francese che uscivano in edicola. Se sono stato "fluent" in francese è solo merito di mia madre,  in quanto il francese era l'unica sua lingua conosciuta (e quindi si trattava di una forma di controllo indiretta che esercitava su di me). Il Philips era un aggeggio mostruosamente grande con le casse e microfono incorporato per ascoltare le lezioni e ripeterle registrando la propria voce. Ok tecnicamente i puristi non lo condirebbero un walkman....ma io lo mettevo dentro lo zaino, nella tasca alta dell'Invicta e ascoltavo musica, camminando.
Il secondo walkman è stato, credo un LG, color bordeaux andato distrutto spiccicato nello zaino contro una pesca dimenticata durante una gita scolastica. Me ne sono accorto solo quando oramai avevo il culo che sapeva da pesca. La pesca aveva fermentato e sgocciolava da un angolo dello zaino.  La pesca, sotto il sole, era fermentata coinvolgendo nel processo tutti gli ingranaggi del walkman, che a sua insaputa era diventato un esempio di Bellini analcolico post moderno.
Infine sono arrivati gli AIWA che mi hanno accompagnato negli anni fino all'avvento dei  lettori mp3.

...però c'è stato un periodo durante il quale ho ascoltato mio padre. Niente musica di sottofondo alla strada, alle persone, ai rumori.
Credevo molto ai rumori e alle persone...perché sapevo che nei rumori e nelle persone potevo trovare, all'improvviso, un minuto di rivelazione...anzi, meglio, una  frazione di secondo che tutto rileva. E senza l'uso di alcol o droghe. Solo momenti di rivelazioni...vivere. E che vivere! (???)
E poi...e poi cazzo si cambia senza neppure accorgersene. Si perde qualcosa di se stessi con una facilità tale che a volte la vita sembra quasi un B52. Scivola via, scende veloce giù per la gola, bruciando e senza lasciare un gusto gradevole.
"A few times in my life I've had moments of absolute clarity, when for a few brief seconds the silence drowns out the noise and I can feel rather than think, and things seem so sharp and the world seems so fresh, as thought it had all just come into existence.  I can never make these moments last. I cling to them, but like everything, they fade. I have lived my life on these moments. They pull me back to the present, and I realize that everything is exactly the way it was meant to be".