Mi sono svegliato questa mattina con il sole dell'alba che entrava attraverso la finestra colorata per baciarmi il viso. Come quando, in un pomeriggio di una calda estate, la vallata tra le colline per un secondo tace per il giungere del vento fresco della pioggia, così, questa mattina, il calore dei raggi del sole si sono posati su di me. Il fascino della natura spesso si scontra con il dramma dell'esistenza e di come quello ci viene gratuitamente offerto viene goduto da un corpo fisico che, in questo caso, ha solo voglia di dormire.
Alzandomi dal letto con movenze molte simili a un pesce agonizzante sull'arenile ho iniziato quindi la ricerca della mia "spleeping mask". Una volta ritornato nel blu profondo dei miei cuscini, ho pensato per un istante, giusto il tempo di sistemare i tappi nelle orecchie, a tutte quelle persone emozionate in fase di atterraggio che mi stavano volando sopra la testa (urlo, siamo circondati!) Immaginavo che alcune di queste le avrei incontrate in metro e...full stop. Ronf.
La Piccadilly ogni mattina ingurgita una massa variegata di persone, lavoratori, studenti, turisti, viaggiatori. Etnie e culture diverse che vengo fagocitate verso una sola direzione. La City.
Se sono puntuale, solitamente arrivo a Earls Court verso le verso le 8.35/40, Quasi due ore dopo l'atterraggio a Heathrow del BA142 (che senza tappi mi avrebbe svegliato nel momento del "cabin crew, 10 minutes to landing") proventiente da Indira Gandhi International Airport. A quest'ora quando salgo sulla Piccadilly vengo avvolto da un forte profumo di spezie, erbe e aromi (e a volte anche di odori) che ricordano paesi lontani, colori e contrasti forti, cibi come il Murgh Makhani del Punjab o il Murgh Tikka Pakistano, adagiati su foglie di banano con Sandesh e The. Questa magia, in una metro paragonabile ad un treno indiano con carrozze di classe UR (unreserved), mi accompagna, nel pellegrinaggio a Ovest (penso, vivo forse in una nuova Varanasi?), in mezzo a valigie mezze rotte (chiuse per miracolo da spaghi di vecchia memoria), barbe e capelli perfettamente lucenti e personaggi dai visi stanchi.
FYI: basta essere un attimo in ritardo, anche di dieci minuti e l'atmosfera cambia totalmente. Alle 07.10 arriva infatti il BA0174 da John F. Kennedy International Airport e la metro diventa popolata da gente "trasparente", "inodore", "asettica" la cui profondità viene data solo da una "r" rumorosamente ridondante (aiuto, scappiamo!).