domenica 23 maggio 2010

Mure a dritta

L’altra notte ero in regata con Soldini. Non so bene che barca fosse però era colorata di blu e bianco. Non c’è stata partenza, ovvero mi sono trovato già in gara. Avevamo solo due vele. Una...sul lato sinistro e una sul lato destro (questo fatto inizia a essere un attimo ripetivo!!!). Io controllavo quella di destra. Lui quella di sinistra e il timone. Il mio compito era solo quello di tirare delle cerniere tipo quelle che una volta c’erano dei jeans (poi sostituite dai bottoni – ah lucky buttom!) per tendere la vela il più possibile. Nel frattempo avrei dovuto imparare...qualche cosa. Quando era il momento di strombare, io sfilavo tutta la cerniera, lungo tutto il bordo della barca, aspettavo che lui finisse la manovra e poi richiudevo la cerniera. Ogni tanto mi deliziava con qualche perla di saggezza, che naturalmente ora non ricordo. Mi ricordo che si lamentava, anzi, borbottava sempre perché, credo, non eravamo competitivi. Nonostante ciò sapevo che lui era soddisfatto del mio impegno e io sentivo dentro di me una certa sensazione di felicità. Alla fine siamo arrivati quarti! Non male per un principiante.

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