venerdì 10 settembre 2010

V.I.P.

Mercoledì 8 Settembre ovvero una serata di pura follia. Due secondi e boom. Sotto i riflettori. E poi pure alla berlina, in vetrina. Vogue Fashion Night out @ Liberty! Credo che mi ricorderò a lungo il mio sorriso. E dopo, alla faccia dei panini di Pret che non hanno nightlife, delirio. Scortato dalla mia P.A.,...È bastato uno sguardo al momento dell’estrazione ed è stata assunta. Alchimia di una amicizia o desiderio di una nuova borsetta?

Il giorno dopo la menta dei mojito mi ha accompagnato credo fino alle 11.30. Fino a quando il nurofen ha anestizzato il mio mal di testa; e con lui dunque le mie papille gustative - che nome stupido, "papilla".

Tuttavia nessuna caduta...lá nel mondo borghese. Grazie a Jesus, il mio concierge preferito. In questo mondo per fortuna esiste chi sa fare bene il proprio lavoro. E chi sa rendere importanti le persone con poche, giuste e calibrate parole. Risultato? Tre paia di scarpe, una montagna di vestiti, libri e borse in pelle e stanza dell'ufficio satura di confezioni Liberty. Da vergognarsi (ma non troppo). Ad ogni modo, maledetto, mi sento in dovere di comprare ora qualche cosa, anche solo una bustina di the all’ultimo piano.

E maledetto brand. A me la Diet Coke non piace, per di più contiene Aspartame, eppure quell’aggettivo qualificativo fa il suo sporco effetto.

Come disse John D Hesse. “A race horse that runs mile few seconds faster is worth twice as much. The little extra proves to be the greatest value”.

Una frase stupida (e soprattutto...chi è questo personaggio???), ma quel “Diet” offre preziosità a una bevanda banale con poche calorie. E rassicura pure la mente. Si può mangiare (uhm...gustare) più serenamente il miglior brownie fatto a mano (e veduto su larga scala) di Inghilterra.

E dunque ora mi trovo con sta bottiglietta in mano e due coglioni di Vittorio al mio fianco. A pochi minuti dall'arrivo. In picchiata.

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