giovedì 10 marzo 2011

La Gloria

Questa mattina, in treno. In piedi, come al solito, compresso sulla porta. È impossibile ogni movimento tuttavia qualche furbo cerca di leggere Metro o un libro inventandosi posizioni allucinanti. Uno spettacolo di contorsionisti che, piuttosto di incrociare lo sguardo, si inventano un interesse spasmodico per un best seller tanto grosso quanto intellettualmente inutile. Ovviamente nessuna ammirazione per queste persone.

All’improvviso mi accorgo che il viaggio sta per finire. Waterloo si sta avvicinando e con lei, una piccola angoscia. Mi basta poco per realizzare che la porta sulla quale sono appoggiato si aprirà giusto dalla parte del binario. Questo significa che sarò io la persona che dovrà premere il pulsante di apertura delle porte e far uscire tutti! Un flusso di persone che da lì a poco si sarebbe riversato giù per le scale della metro, accumulandosi ad ogni piccolo ostacolo.

Mi sbottono ultimo bottone della camicia e allento la cravatta. Oramai mancano pochi metri e il treno si sta già fermando. Dietro di me un centinaio di persone già scalpitano, pronte a farsi mungere come mucche in fila. La tensione è molta perché anche una frazione di secondo di ritardo nella apertura farebbe partire i primi mogugni. Devo quindi compiere un semplice gesto (premere un bottone) che potrebbe cambiare la giornata (magari in meglio?) di tutti i passeggeri di questo vagone.

Sono conscio che se non agirò in maniera corretta e perfetta, se sbaglierò i tempi, mi licenzieranno da perfetto commuter.

Sudo. L’ansia sale. Il treno è ora fermo. Perdindirindina. Il segnale di apertura tarda a manifestarsi. Non importa, agisco di conseguenza. Piano B. Premo con tutto il palmo della mano il pulsante di apertura e lo tengo premuto. Ma le porte non si aprono. Non hanno ancora dato il via libera. Primi mogugni alle mie spalle. Hey guys non è colpa mia! Anzi continuo a premere forsennatamente il pulsante, quasi come se stessi giocnando a double dragon sul mio vecchio NES! Apriti apriti apriti! …

Biiiiiiiip...ecco il segnale, le porte si spalancano e ora con perfetto tempismo "tutti fuori, tutti verso i varchi e preparate le oyster! Gogogogo!"..... Uff. Ce l’ho fatta. Sono stato bravo. Però diciamolo sinceramente. È stato come tirare l’acqua del cesso. L’effetto visivo è lo stesso.

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