martedì 17 agosto 2010

Vegetable Moussaka

Rientrato. Sano e salvo. Per fortuna giorni di sole, di felicità e anche, diciamo senza tanti patemi, spensieratezza e agiatezza. Oggi però primo giorno di scuola. Solita minestra riscaldata fatta di metro e acquetta putrida per strada. In alcuni punti è meglio cambiare marciapiede altrimenti gli schizzi delle pozzanghere rimangono verdastri sul completo da uomo. A volte lo indosso, anche quando non è necessario. Dipende da come mi sveglio. A volte mi sento sportivo e la mia pelle vuole sentire la sensazione che solo il jeans sa dare. Altre volte mi sento "diverso" e quindi so diventare molto elegante.

Dopo dieci giorni ho di nuovo allacciato l’orologio al polso. Un peso sinistro divenuto quasi sconosciuto. Ora ho solo paura che mi tolga l’abbronzatura. In confronto al pallore quotidiano che mi circonda mi sento molto cioccolata. Non come quella fondente che vendevano in gelateria. Buona, certamente, ma io preferivo il pistacchio. Mai mangiato di così buono. Morbido e cremoso. Come un Cohiba Esplendido.

Ringrazio, per quei giorni. E per non avere incontrato questa mattina facce piangenti in metro. Sono terribili. Soprattutto quando ci si sveglia con il piede sbagliato e non si ha voglia di scendere dal letto e affrontare la giornata. Incontrare qualcuno che piange in metro, alla mattina, verso la City, è una piccola pillola indigesta. Pensare che c’è qualcuno che sta peggio, non fa bene, è solo zucchero che addocisce un amaro risveglio. È un colpo allo stomaco che può far barcollare. Soprattutto perché ci si accorge che attorno a queste situazioni esiste una indifferenza ridicola. Ci si nasconde infatti dietro un libro, un giornale o si abbozza un finto sonno. Ovvio che io invece elemosinerei solo un abbraccio.

Stamattina è dunque andata bene. Ehm...Sarà perché leggevo un libro? O Sarà perché le porte della metro si sono fermate esattamente davanti a me? Avevo di fronte a me la fessura nera. Una posizione del cazzo per chi come cerca sempre di prendere l'autobus al volo. In una frazione di secondo, se non si vuole essere travolti da chi scende, si deve scegliere se spostarsi a destra o a sinistra. E qualunque sia la scelta, so già che non sarà mai quella giusta perché ci sarà sempre qualcuno in mezzo alla palle. La posizione migliore è stare un attimo defilati, assumere la posizione da "calcio d'angolo", smarcarsi e entrare dritti nel centro. La peggiore vicino alla corrozzeria, ai margini della porta. Ci si sporca la giacca stando lì. E lo so che ora non si capisce nulla di quello che scrivo. Ma sono già avanti, ho altro per la testa. Ovvero la scelta di cosa mangiare a pranzo.

Oddio, la scuola è iniziata veramente.

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