''gli economisti partono dal presupposto che la gente usi effettivamente tutte le informazioni pubblicamente disponibili e conosca, o si comporti come se le conoscesse, le probabilità di tutti gli eventi futuri. le persone non sono influenzate da nient'altro che dai fatti, e le probabilità sono considerate dei fatti. gli individui aggiornano le probabilità non appena diventano disponibili nuove informazioni e dunque qualsiasi cambiamento va attribuito alla loro risposta razionale a informazioni effettivamente nuove''.
in sostanza, basta avere il controllo delle informazione e qualsiasi modello va a farsi fottere.
corollario: avendo il potere sulle informazioni, si modella una società.
martedì 20 ottobre 2009
martedì 8 settembre 2009
peperonata
l'estate sta finendo, si sente oramai l'aria tesa dell'autunno che soffia da ovest. un vento costante e freddo bussa sulle finestre e fa muovere i teloni di plastica in giardino. cadono le prime foglie dagli alberi e inizio già a spazzarle via dalla porta di ingresso e dalle scale che portano al mio appartamento. flebili mi appaiono quelle inglesi che in mancanza di sole si ostinano cocciute a settembre a tingersi di arancione. chissà se quest'anno nevicherà ancora.
venerdì 4 settembre 2009
giovedì 27 agosto 2009
la vellutata
fate bollire l'acqua, versate i molluschi congelati, aggiungete, sale, prezzemolo, la pasta tipo spaghettini o bavettine. mi raccomando, cottura al dente. scolate il tutto e aggiungete un po' di pepe. il trucco dello chef? non scolare mai i molluschi, lasciateli bollire con la pasta.
additional information: mussels caught and cultivated in the north-east atlantic and farmed in chile. squid caught in the pacif and indian oceans. king prawns farmed in china, ecuador, honduras, indonesia, thailand or vietnam.
mercoledì 26 agosto 2009
martedì 11 agosto 2009
allo specchio
di roberto mauro, poeta e cuore pulsante di una piccola piazza di cagliari, incontrato il 25 luglio 2009.
ellenica sotto una palma mostarsi, scarsa
che allo spupazzo dedica il sorriso diffuso
bolletta sul culo che non posso baciare
l'estetista di fiducia non lo stringe
sebbene desiderosa di defaticarsi con i piedi all'insu
nel sorriso estetico timorosa ma approvato
senza portamento misteriosa (direttamente all'acqua)
di un dire da cani
minaccia oscura di realtà nascoste
al fin le sue gambe si cucciano e si rilassano
e ovvero in uno stato particolare non le è possibile
in tal caso fischio e decomprime per decomprimere
come già fa il cuore nel pompar comunicare
l'estate calda e bella di trasparenze allo specchio
sonorità calda nelle voci di perla dicinta
per lo più fiori dai profumi (illeggibile)
fletter erettamente pompando il mostrarci
freccia l'arco teso d'esceridi mascherate
da colli che concano cani, evoco sul loro immaginario
senza fiori che a testa in giù abbiam condannato sepellendo
per essere il consolar motivo su un coccio
i piedi all'insu ripiegar e nessun cane può
una donna veder in uno stato particolare
di condizione che non confronta il cane
ellenica sotto una palma mostarsi, scarsa
che allo spupazzo dedica il sorriso diffuso
bolletta sul culo che non posso baciare
l'estetista di fiducia non lo stringe
sebbene desiderosa di defaticarsi con i piedi all'insu
nel sorriso estetico timorosa ma approvato
senza portamento misteriosa (direttamente all'acqua)
di un dire da cani
minaccia oscura di realtà nascoste
al fin le sue gambe si cucciano e si rilassano
e ovvero in uno stato particolare non le è possibile
in tal caso fischio e decomprime per decomprimere
come già fa il cuore nel pompar comunicare
l'estate calda e bella di trasparenze allo specchio
sonorità calda nelle voci di perla dicinta
per lo più fiori dai profumi (illeggibile)
fletter erettamente pompando il mostrarci
freccia l'arco teso d'esceridi mascherate
da colli che concano cani, evoco sul loro immaginario
senza fiori che a testa in giù abbiam condannato sepellendo
per essere il consolar motivo su un coccio
i piedi all'insu ripiegar e nessun cane può
una donna veder in uno stato particolare
di condizione che non confronta il cane
martedì 21 luglio 2009
negozio dedicato al taglio
prima di ogni mio trasferimento all'estero oltre salutare la c.v. padova, gli amici e gli spritz, immancabilmente vado dal barbiere. un taglio corto che max con maestria sa soddisfare. venti minuti di conversazioni in onore del "io maschio", toccando argomenti come la bionda dell'agenzia di viaggio, la mamma figa che alla mattina nn ha niente altro da fare che farsi vedere di fronte al negozio e il rappresentante di vibratori (sic!). niente discussioni di calcio perché per me c'è solo il padova e quindi no controcampo, sky o squadre a striscie (max è interista...).
penso a max un mese dopo l'arrivo in terra straniera, ovvero quando il capello è ingestibile anche usando tutta una confezione di gel.
in belgio mi ricordo la tragedia effettuata in un salone jean louis david di lln. spogliatoio, sala d'attesa, catalogo per un taglio standardizzato ma allo stesso tempo personalizzato, da indicare all'operatrice di turno. basetta alta: b1. basetta lunga: b5. riga a dx? un codice. riga a sx? un altro codice. e così via. purtroppo, la mia serie da battaglia navale seppur potenzialmente generatrice di un taglio favoloso (la sfumatura 3 era da invidia) si frantumò contro il limite fisico dell'operatrice. infatti anche se la sedia era del tutto abbassata io continuavo a essere altissimo rispetto all'altezza della poveretta! ciò determinò un abuso pesante di rasoio elettrico ritrovandomi quindi con un taglio con sfumature non proporzionali e "rapate" non richieste.
da allora ho imparato che all'estero non bisogna mai fidarsi di queste catene di negozi dedicati al taglio e quindi in belgio e parigi ho sempre preferito piccole "boutique" di barbieri tradizionali, in cui fosse ancora possibile sentirsi dire "barba o capelli?".
forse per colpa dell'artereosclerosi o più propriamente dal fatto che mi son fatto consigliare male, a londra ho provato per due mesi tony&guy. 35 gbp di servizio, comprensivo di iscrizione nel loro data base e uno smaronamento di almeno 40 minuti dovuti all'eccessivo zelo nel tagliare ogni singola ciocca del mio virulento capo. il fatto veramente inquietante, e che è servito da approccio per questa piccola esperienza di vita, è il fatto che lo "stylist" ascolta, ma mai consiglia. credo che l'esonero di ogni tipo di responsabilità (qui i posti di lavoro saltano abbastanza facilmente) abbia trasformato una serie di commessi in persone prive di personalità. questo aspetto si nota tutti i giorni passeggiando per strada. l'ostentazione si manifesta in un eccesso di "apparire" spesso esagerato e che rimane fine a se stesso. la (vera) comunicazione e lo scambio reciproco di informazioni sono totalmente assenti.
ad ogni modo, la mancanza di consigli ha portato in me un profondo conoscimento di come voglio il mio taglio di capelli, imparando anche nuovi termini inglesi tecnici.
35 gbp al mese sono stati una sorta di training autogeno sul mio taglio di capelli. questa lezione mi e' parsa da subito innapropriata e quindi la ricerca di alternative è stata inevitabile. scartati i cinesi dopo un taglio indecente per 18 gbp, la mia salvezza è stata un cipriota di circa 60 anni, george.
george e' un personaggio molto simpatico, buono come il pane, incontrato a mornigton crescent mentre urlava "bella figa" in strada (e in italiano) a un suo cliente turco mentre passava una vecchietta dall'altra parte della strada. fu per me un colpo di fulmine, soprattutto quando ho visto il suo negozio credo mai restaurato dagli anni 60. con george ero molto in sintonia, si parlava della città, di cipro, dell'italia e soprattutto aveva quel fare nel tagliare i capelli che bastava dirgli solo due numeri per essere soddisfatti: 2 e 3 ovvero i due affari di plastica che metteva nel rasoio e che determinavano la lunghezza del capello.
(george non ha una postazione per il lavaggio dei capelli. george preme solo una leva e il sedile si gira sul lavandino. george ha una power shower e non un rubinetto con miscelatore. da george si paga solo cash)
da quando ho cambiato casa andare da george significa viaggiare per londra per almeno un'ora. ho provato dunque alexander, sotto casa, ma il risultato è stato talmente pessimo che dopo una settimana ho dovuto disperatamente cercare un nuovo "negozio" perché troppa era la vergogna che avevo.
con elisa (e c'è un motivo) ho quindi deciso di rischiare e mi sono fatto accompagnare a soho. qui ho trovato un negozio di stylist giovani, molto gaii e alla moda. si fanno le ossa su poveri digraziati presi con le bombe come me. solo 8 gbp e un taglio che non è mai come quello che vorresti (anche qui vige la regola del non consiglio) però almeno esco contento e un po' gaio anche io.
penso a max un mese dopo l'arrivo in terra straniera, ovvero quando il capello è ingestibile anche usando tutta una confezione di gel.
in belgio mi ricordo la tragedia effettuata in un salone jean louis david di lln. spogliatoio, sala d'attesa, catalogo per un taglio standardizzato ma allo stesso tempo personalizzato, da indicare all'operatrice di turno. basetta alta: b1. basetta lunga: b5. riga a dx? un codice. riga a sx? un altro codice. e così via. purtroppo, la mia serie da battaglia navale seppur potenzialmente generatrice di un taglio favoloso (la sfumatura 3 era da invidia) si frantumò contro il limite fisico dell'operatrice. infatti anche se la sedia era del tutto abbassata io continuavo a essere altissimo rispetto all'altezza della poveretta! ciò determinò un abuso pesante di rasoio elettrico ritrovandomi quindi con un taglio con sfumature non proporzionali e "rapate" non richieste.
da allora ho imparato che all'estero non bisogna mai fidarsi di queste catene di negozi dedicati al taglio e quindi in belgio e parigi ho sempre preferito piccole "boutique" di barbieri tradizionali, in cui fosse ancora possibile sentirsi dire "barba o capelli?".
forse per colpa dell'artereosclerosi o più propriamente dal fatto che mi son fatto consigliare male, a londra ho provato per due mesi tony&guy. 35 gbp di servizio, comprensivo di iscrizione nel loro data base e uno smaronamento di almeno 40 minuti dovuti all'eccessivo zelo nel tagliare ogni singola ciocca del mio virulento capo. il fatto veramente inquietante, e che è servito da approccio per questa piccola esperienza di vita, è il fatto che lo "stylist" ascolta, ma mai consiglia. credo che l'esonero di ogni tipo di responsabilità (qui i posti di lavoro saltano abbastanza facilmente) abbia trasformato una serie di commessi in persone prive di personalità. questo aspetto si nota tutti i giorni passeggiando per strada. l'ostentazione si manifesta in un eccesso di "apparire" spesso esagerato e che rimane fine a se stesso. la (vera) comunicazione e lo scambio reciproco di informazioni sono totalmente assenti.
ad ogni modo, la mancanza di consigli ha portato in me un profondo conoscimento di come voglio il mio taglio di capelli, imparando anche nuovi termini inglesi tecnici.
35 gbp al mese sono stati una sorta di training autogeno sul mio taglio di capelli. questa lezione mi e' parsa da subito innapropriata e quindi la ricerca di alternative è stata inevitabile. scartati i cinesi dopo un taglio indecente per 18 gbp, la mia salvezza è stata un cipriota di circa 60 anni, george.
george e' un personaggio molto simpatico, buono come il pane, incontrato a mornigton crescent mentre urlava "bella figa" in strada (e in italiano) a un suo cliente turco mentre passava una vecchietta dall'altra parte della strada. fu per me un colpo di fulmine, soprattutto quando ho visto il suo negozio credo mai restaurato dagli anni 60. con george ero molto in sintonia, si parlava della città, di cipro, dell'italia e soprattutto aveva quel fare nel tagliare i capelli che bastava dirgli solo due numeri per essere soddisfatti: 2 e 3 ovvero i due affari di plastica che metteva nel rasoio e che determinavano la lunghezza del capello.
(george non ha una postazione per il lavaggio dei capelli. george preme solo una leva e il sedile si gira sul lavandino. george ha una power shower e non un rubinetto con miscelatore. da george si paga solo cash)
da quando ho cambiato casa andare da george significa viaggiare per londra per almeno un'ora. ho provato dunque alexander, sotto casa, ma il risultato è stato talmente pessimo che dopo una settimana ho dovuto disperatamente cercare un nuovo "negozio" perché troppa era la vergogna che avevo.
con elisa (e c'è un motivo) ho quindi deciso di rischiare e mi sono fatto accompagnare a soho. qui ho trovato un negozio di stylist giovani, molto gaii e alla moda. si fanno le ossa su poveri digraziati presi con le bombe come me. solo 8 gbp e un taglio che non è mai come quello che vorresti (anche qui vige la regola del non consiglio) però almeno esco contento e un po' gaio anche io.
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